Impianto rifiuti organici: "Ci portiamo in casa la puzza"

L'analisi del responsabile ambiente della Lega Gian Carlo Locarni.

Impianto rifiuti organici: "Ci portiamo in casa la puzza"
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Impianto rifiuti organici: "Ci portiamo in casa la puzza". L'analisi del responsabile ambiente della Lega Gian Carlo Locarni.

Impianto rifiuti organici: "Ci portiamo in casa la puzza"

L'ipotesi dell'arrivo di un impianto di trattamento rifiuti organici nell'area Industriale, zona Polioli, sta destando allarme e polemiche. E' facile immaginare il perché... già siamo periodicamente invasi dai miasmi dell'impianto di compostaggio nel vicino novarese, ci mancherebbe avere anche un flusso più vicino per completare l'opera... Lo suggerisce, insieme a varie considerazioni "a 360° Gian Carlo Locarni, Responsabile nazionale dipartimento ambiente Lega.

Ecco la sua analisi

"Tanto per cambiare l'amministrazione di Vercelli sventola un nuovo insediamento industriale con relativi posti di lavoro ipotizzabili ma senza considerare l'aspetto ambientale e sanitario, d’altra parte la vicinanza con le scadenze elettorali fa miracoli.

È come se all'improvviso fossimo tornati indietro di decenni, in cui si barattava posti di lavoro con una nebulosa sicurezza ambientale, almeno così sembrerebbe. Ora viene ipotizzata la costruzione di un impianto per il trattamento dei rifiuti organici nell'area industriale sud (per capirci tra ex Inceneritore e Polioli) che dovrebbe gestire più di 100mila tonnellate di rifiuti all'anno.

Alto rischio miasmi

Tali impianti, se non inseriti in un’area adeguata e possibilmente lontana dalle civili abitazioni come già accaduto nella vicina Villata, comportano problemi ambientali e di qualità di vita non indifferenti visti i caratteristici miasmi e fastidi odorigeni che possono rilasciare nell'aria e che, considerata la persistenza, essere portati dai venti a distanza di km. Anche se riteniamo che tali immissioni non comportano certamente problemi oncologici o patologie gravi, le stesse potrebbero egualmente rendere irrespirabile l'aria degli insediamenti abitativi collocati a poche centinaia di metri con inasprimento di patologie respiratorie in soggetti anziani o predisposti ; inoltre tale impatto andrebbe anche a incidere sugli immobili, che vedrebbero cosi perdere inevitabilmente del valore di vendita.

A ciò si deve anche aggiungere che tali problematiche potrebbero investire aree sensibili come l’ospedale che in linea d’aria si trova nell’immediata prossimità. Non sottovalutando la richiesta di posti di lavoro che,ahinoi, è una triste realtà allo stato economico sociale attuale, non possiamo altresì non sottolineare che tali progetti debbano essere vagliati con la massima scrupolosità, sia tecnica che politica, dato che saranno, se approvati, vincolanti nel lungo periodo in merito allo sviluppo della città stessa.

Aumento del traffico pesante

Vorremo sottolineare altresì l’aumento esponenziale del traffico veicolare riguardante i mezzi pesanti, con relativa aero dispersione di polveri sottili, per l’approvvigionamento del materiale per tale impianto e in questo caso si può facilmente ipotizzare la circolazione di migliaia di mezzi all’anno. Ricordiamo che tali impianti sono già stati oggetto di attenzione da parte di Arpa e sottoposti ad accese contestazioni da parte della popolazione locale e relativi gruppi ambientalisti, non solo nella sopra indicata Villata ma anche a Crescentino e Fontanetto Po.

Guardando fuori provincia a Rondissone, è tutt'ora in corso una battaglia a colpi di ricorsi tra l'amministrazione comunale contraria e la città metropolitana per la creazione di un impianto similare collocato a meno di 500 metri dalle prime abitazioni.

L’iter amministrativo, seppur corretto, presentato dai proponenti deve avere un vaglio politico di spessore e non ci si può nascondere dietro la semplicistica, seppur importante, creazione di alcuni posti di lavoro.

Capire costi e benefici

Sarà fondamentale comprendere costi e benefici sociali di tale opera senza entrare nel meccanismo di un ambientalismo ideologico che sposerebbe gioco forza l’effetto Nimby, bisognerà attenersi ad un ambientalismo ragionevole e ragionato che valuta a 360° le varie sfaccettature che tale impiantistica comporta, prediligendo una politica di autodeterminazione dei propri rifiuti e tralasciando un business interregionale che non ha ragion di esserci se non per interesse privato".

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