CONFESERCENTI VC: Un grave errore abolire i voucher lavoro

Netta presa di posizione contro le intenzioni del Governo

CONFESERCENTI VC: Un grave errore abolire i voucher lavoro
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Netta presa di posizione contro le intenzioni del Governo

Se, come pare accadrà, il Governo Gentiloni abolirà i famosi (per alcuni famigerati) voucher, a rimetterci di più saranno, anche a Vercelli, il Commercio e altre attività che utilizzano i vaucher per regolamentare prestazioni di lavoro occasionali. A rimetterci di più, secondo Confesercenti, chi arrotonda il reddito (pensionati, dipendenti, ma anche qualche autonomo), cioè la maggioranza di chi utilizza la formula dei voucher. Eliminandoli, semplicemente, non si fa altro che aumentare il già alto "Pil parallelo" del lavoro nero. I voucher non sono la soluzione? Se n'è fatto un uso scorretto? Bene si studi un'altra formula, il concetto è che chi fa un lavoro saltuario e marginale deve avere una forma di inquadramento lavorativo che non sia penalizzante e flessibile. Ma queste sono considerazioni nostre, ecco cosa ne pensa in merito la Confesercenti di Vercelli.

“L’abrogazione dei voucher è un errore. Anche senza i buoni lavoro, i mini-jobs continueranno ad esistere: servirà, dunque, un altro strumento per regolamentare tutte quelle prestazioni occasionali che nelle imprese non possono essere inquadrate in rapporti di lavoro tradizionale, soprattutto in quei settori - come i pubblici esercizi, il turismo, il marketing, il commercio e l’organizzazione eventi - che si trovano spesso a dover fronteggiare aumenti imprevedibili ma momentanei dell’attività. Con l’eliminazione si rende, anzi, necessaria una fase transitoria che proroghi l’uso dei voucher fino all’arrivo di nuove regole sul lavoro accessorio, anche considerando l’imminente partenza della stagione estiva". Così Antonio Gobbato, Presidente Vicario di CONFESERCENTI di Vercelli e Vice Presidente Nazionale della Federazione Italiana Esercizi Pubblici e Turistici, FIEPET –Confesercenti, commenta l'annunciata abolizione dei voucher.
“Gli abusi vanno certamente identificati e contrastati – prosegue Gobbato-, ma auspicavamo una riforma che tenesse conto dei reali bisogni delle imprese e dei lavoratori. Scegliere l’eliminazione significherebbe disconoscere i passi che sono già stati compiuti per migliorare lo strumento dei buoni lavoro ed evitare irregolarità: penso, ad esempio, all’introduzione della tracciabilità, che ha fortemente circoscritto l’uso dei voucher, come certificano i dati dell'Inps. Dati che dimostrano anche l’occasionalità dell’impiego dei buoni: in media, i lavoratori pagati con voucher hanno guadagnato 600 euro lordi all’anno a testa. Somme lontane dalle remunerazioni che si ottengono attraverso un lavoro continuativo e che, infatti, sono state percepite per due terzi da persone con un’altra fonte di reddito, da lavoro autonomo, dipendente o anche da pensione, in cerca di un’integrazione del reddito. Cancellare i buoni lavoro, completamente o parzialmente, non vuol dire solo danneggiare le imprese, ma togliere a queste persone un’occasione di guadagno”.

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