Stabat Mater: Faber Teater fa cantare la basilica di S. Andrea

Un evento eccezionale lancia i tre giorni della Passione.

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Stabat Mater: Faber Teater fa cantare la basilica di S. Andrea. Lunghissimo applauso finale per gli interpreti di un evento eccezionale e commovente.

Stabat Mater: Faber Teater fa cantare la basilica di S. Andrea

Solo la voce di quattro uomini e due donne che si è levata da tutti gli angoli della basilica di Sant'Andrea, creando un ambiente sonoro che ha letteralmente fatto risuonare le "corde" dello strumento di mattoni, pietre e sublime architettura del nostro gioiello. Faber Teater non ha tradito le attese ed ha dato vita a uno "Stabat Materr" che commuove e coinvolge, portando un contributo emotivo prezioso per gli 800 anni della basilica vercellese.

Lo "Stabat Mater" del Faber Teater è altro rispetto agli "Stabat Mater" della musica sacra classica. La musica è stata composta ex-novo da Antonella Talamonti, musicologa e musicista che ha condensato in 8 canti le tradizioni popolari della Settimana Santa, ma anche colte (Jacopone da Todi) raccolte in tutta Italia. Sono risuonati il latino, il volgare, lingua siciliana, il Sardo e l'Arberëshe, idioma degli albanesi gìunti in Italia nel XV secolo.

Il canto si è fatto teatro nel raccontare e condividere come si affronta il dolore e la morte nella nostra cultura, non solo la morte di Gesù, ma la morte di ognuno, l'angoscia che si supera col canto, il canto che diventa angoscia ma poi anche liberazione. In "Senza" il Golgota è il mare e la croce l'annegamento di  tanti innocenti in cerca di una vita migliore. E' proprio come se fosse stata ridata voce alle migliaia di fedeli passati in 800 anni, perché anche il loro dolore era compreso.

Insomma una serata memorabile che si è chiusa con il pubblico che sfilava fuori della basilica in processione passando attraverso la "porta del suono", "Stabat Mater" attribuito a Jacopone da Todi e con un applauso finale lunghissimo e caloroso.

Hanno dato vita con il canto e l'azione a quest'esperienza: Lucia Giordano, Sebastiano Amadio, Lodovico Bordignon, Marco Andorno e Francesca Micca.

Sepolcri e «Macchine»

Giovedì e venerdì saranno interamente riservati a due tradizioni vercellesi. I “Sepolcri” (gli altari della reposizione nelle chiese del centro) e la “Processione delle Macchine” che, come da qualche anno, prevede anche la proiezione sulle facciate delle case di scene della Passione al passaggio da piazza Cavour. Inizio in Sant’Andrea alle ore 20.

La funzione delle Tenebre

Il programma dei concerti riprenderà sabato 20 aprile alle ore 17 nella cornice della chiesa di San Bernardino. Qui la “Camerata Polifonica Giovanni Battista Viotti, diretta da Barbara Rosetta, darà vita a una funzione a cui i vercellesi sono molto legati i “Responsori delle Tenebre”. «E’ un rito che non si trova più nella liturgia - ha spiegato Rosetta - con i canti dei vari “responsori” si spengono progressivamente tutte le luci, tranne una fioca candela e nella chiesa buia esplode lo “strepito” della morte di Gesù».
Dopo lo “strepito” e lo “scandalo” della morte di Gesù in Croce si passerà nelle chiese cittadine alla Veglia Pasquale, momento di svolta, quando infine la luce trionfa sul buio.

La luce della Pasqua

Alle ore 6 di domenica 21 aprile in Duomo si ripeterà il rito dello “scoprimento del Cristo”. «Un momento molto significativo - ha detto monsignor Pino Cavallone - perché il Cristo d’argento dell’anno Mille del nostro Duomo è un Cristo vivo, con gli occhi aperti e la corona regale in testa. E’ dunque proprio il Cristo Risorto»,
E alle ore 18,30, per la seconda volta nella chiesa di Sant’Agnese, ci sarà il “Concerto di Pasqua”, lasciato il dolore è il momento dell’esultanza, perché la Resurrezione di Gesù ha senso solo se comprende il sé la resurrezione di ognuno e la sconfitta della morte. E’ stato previsto un programma in due parti. La prima vedrà in azione l’ “Orchestra Giovanile Bentivoglio”, diretta dal maestro Emiliano Bentivoglio. Eseguiranno il Concerto per Oboe e Archi in Fa maggiore di Arcangelo Corelli, oboe solista Leandro Lazzari, e il “Concerto in Do maggiore per due flauti e archi”, flauti solisti Leonardo Carbone, Emiliano Bernagozzi. Nella seconda parte il «Coro Lirico Giovanni Battista Viotti», diretto da Stefania Bellini, darà vita al “Gloria in Re Maggiore” di Vivaldi, soprani Marzia Baldassarri e Serena Rubini, contralto Massimiliano Danta Texeira.

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