ARTE: Pio Arini, una mostra per 60 anni di pittura

Si inaugura venerdì 20 gennaio alle ore 18 nel padiglione ex 18 del vecchio ospedale.

ARTE: Pio Arini, una mostra per 60 anni di pittura
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Si inaugura venerdì 20 gennaio alle ore 18 nel padiglione ex 18 del vecchio ospedale.

Venerdì 20 gennaio alle ore 18 nei locali dell'ex 18, si inaugura una personale dell'artista vercellese Pio Arini che durerà da sabato 21 a domenica 29 gennaio, “60 anni di Pittura” il titolo, che da solo spiega anche l'importanza dell'esposizione. Alla vernice presenzierà Marco Savio, mercante d’arte. Arini è uno dei pittori più preparati e raffinati oggi in attività, è anche raro assistere a sue mostre, un motivo in più per non perdere questo doveroso omaggio che il Comune di Vercelli gli rende.

Originario di Ancona, ma Vercellese d’adozione, artista che non esita a cimentarsi con la Poesia, lavora nel suo studio di Via Pietro Micca.

Ecco come ne parla un mitico esperto d'arte vercellese Giorgio Allario Caresana nel lontano 1968: “Pittore di paesaggi e figure, sente la lieve poesia delle campagne vercellesi oppure blocca forti figure che ricordano l’arte di Bruno Cassinari, trovando, nel riscontro figurativo, un colore intimo, sobrio, raccolto, pieno di slanci lirici e di caldi abbandoni, coglie elementi costruttivi armoniosamente legati con leggere modulazioni tonali delle superfici. Pio Arini non rifiuta il dato reale, per giungere - cercando giustificazioni di mode o di correnti - a delle pure astrazioni che finiscono di inaridire non solo ogni mezzo comunicativo, ma anche ogni sforzo per poter far partecipare agli altri quello che è il proprio sentimento o la propria emozione: ma il dato reale, nell’arte di Pio Arini, viene trasceso però da un empito lirico di calda poesia. Se l’atto di immaginazione è un atto magico, come dice Sartre, vi deve pur sempre essere un denominatore comune che lega l’artista al pubblico: denominatore comune che nel linguaggio figurativo di Pio Arini si può scorgere in quella poetica comunicatività emozionale semplice, chiara, fortemente umanizzata.”

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Michele Catalano

Personalità artistica di grande rilievo, alla soglia dei novant’anni, Arini continua la sua ricerca artistica nello studio di via Pietro Micca a Vercelli tra poesia e pittura, rendendo concrete con le parole immagini e sensazioni e “raccontando” sulla tela, con il linguaggio della figurazione, ciò che muove la sua ispirazione poetica focalizzando il suo lavoro sul rapporto natura-vita. In questa mostra ospitata nei locali “Ex 18” dell’Ospedale Maggiore appena restituiti alla cittadinanza dopo un lungo lavoro di restauro, Pio Mario Arini, oltre ad una ampia retrospettiva della sua produzione che ripercorre idealmente le tappe della sua lunga carriera artistica, presenta numerosi paesaggi evocati da memorie remote, immersi in un’atmosfera di sognante malinconia che impregna le opere di luminosa trasparenza, paesaggi resi con una emotività tale da renderli unici ed inimitabili, poiché il senso profondo della sua arte è il reale, vissuto intensamente nelle sue espressioni di gioia, dolore, estasi o pace. Le emozioni sono veicolate dall’acqua e dalle trasparenze, dall’affermarsi della luce tra giochi precisi di scorrevoli pennellate, i colori appaiono densi di tonalità, pregni di forza interiore e rimandano a emozioni e sentimenti che creano relazioni complesse con la realtà di chi crea e chi osserva. Un paesaggio straordinario e ricco di simbolismi che nasce dall'infinito confronto tra cielo, acqua e terra mentre stupefacenti effetti luminosi creano innumerevoli luci ed ombre di grande effetto. Pio Mario Arini è artista che dimostra di conoscere profondamente i colori e le loro innumerevoli possibilità espressive, date dall’accostamento delle diverse tonalità, dalle vibrazioni della luce, da quel suo sottile, delicato, eppure incisivo e intenso gioco di sfumature luministiche; nei suoi quadri, insomma, emerge l’itinerario interiore dell’uomo e del pittore che aspiri, oltre il quotidiano, a più trascendenti mete. L’artista offre così il suo mondo espressivo nel quale fissa l’intensità del paesaggio, a volte soffuso da un velo di tristezza, a volte ravvivato da effetti cromatici più accentuati, per celebrare il suo amore profondo per la natura e la vita. Una pittura, che coinvolge emotivamente, una sorta di diario intimista appena accennato e raccontato da note cromatiche, a volte accentuate nei timbri per rendere stati particolari del sentimento, con passaggi tonali che bene interpretano momenti introspettivi d’alto contenuto lirico. Cosi l’artista si accosta alla natura, per cogliere gli aspetti dei suoi eventi, i loro rumori, le loro metamorfosi stagionali espresse dal variare dei colori, delle luci, delle atmosfere: Arini ci fa sentire il vento che spira forte, piega le cime degli alberi e agita le acque del mare, traducendo soggettivamente sulla tela non tanto la realtà mimetica che si offre al suo sguardo, ma ciò che il paesaggio diviene rispetto al più congeniale vedere del pittore: non il conosciuto, convenzionale e scontato, ma qualcosa d’altro: la loro memoria filtrata da un’ottica che desume, senza mai rivelarle del tutto, parvenze, sembianze, apparizioni sospese nella profondità del quadro, alla ricerca delle radici, reinventando i suoi ricordi e i suoi sogni, stemperando sulle tele, con rara sensibilità, luci e colori, tonalità e fantasie, poesia e pittura. VITA D’ARTISTA di Pio Mario Arini Ho il tempo scolpito / nell’arida mano / l’occhio infossato / a vedere lontano. Ho l’oro del sole / l’argento del mare / il verde dei boschi / e il rosso del sangue. Ho il cuore rigonfio / di gioia e d’amore / e l’ansia e il tormento / perché son pittore…. Michele Catalano, gennaio 2017

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