Processo Expo assoluzione piena per quattro vercellesi

I giudici hanno stabilito che il fatto non sussiste: non ci fu quindi turbativa d'asta

Processo Expo assoluzione piena per quattro vercellesi
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Processo Expo il giudice ha stabilito che il fatto non sussiste: non ci fu turbativa d'asta.

Processo Expo le indagini

Assolti perché il fatto non sussiste. A tre anni dall’avvio dell’indagine relativa alla nomina del coordinatore artistico per le manifestazioni collegate a Expo 2015, Alberto Perfumo, Gian Luca Zanoni, Liliana Patriarca e Francesco Brugnetta tutti finiti a processo con l’accusa di turbativa d’asta, vedono riconosciuta da una sentenza del tribunale di Vercelli la correttezza del proprio operato. Per tutti loro il verdetto emesso dal giudice Maria Teresa Guaschino rappresenta la fine di una pagina difficile e di certo inattesa dell’attività politica e professionale: dopo aver seguito tutte le fasi del processo ed essersi sottoposti a un faticoso esame, l’assoluzione ha rappresentato in qualche modo la fine di un incubo. A metterlo nero su bianco, in un breve commento, sono gli stessi Perfumo (all’epoca vice sindaco) e Zanoni (capogruppo di SiAmo Vercelli in consiglio comunale).

«Sentenza che ci fa ripartire»

«Abbiamo vissuto questi tre anni con la sensazione di essere nel posto sbagliato - dicono -. Non dimenticheremo le emozioni della prima volta che siamo entrati nell’aula di un tribunale, che abbiamo ascoltato le deposizioni, che siamo stati interrogati come imputati. In questi tre anni, ci ha aiutati la convinzione di aver agito sempre in maniera corretta, nel ruolo politico e amministrativo così come nella vita di tutti i giorni. Ci hanno aiutati il supporto delle nostre famiglie, degli amici, dei sostenitori di SiAmo Vercelli. La stima e la professionalità dei nostri avvocati. Non torneremo sul perché la vicenda sia partita, su quale sia stato il clima politico in cui si è innestata, quali i ruoli, più o meno consapevoli, giocati da alcuni. Non ci rammaricheremo neppure del fatto che, a rimetterci, sia stato un progetto come Expo Vercelli e i suoi obiettivi di mettere in movimento le forze migliori della città. Questa sentenza ci dà l’entusiasmo per ripartire».

Le fasi del processo

Nei confronti di tutti gli imputati, il pubblico ministero, Davide Pretti, aveva chiesto una condanna a sei mesi. Prima della camera di consiglio, durata circa un’ora e mezza, il giudice aveva ascoltato le arringhe finali dei legali Mara Boffa (che con i colleghi Massimo Mussato e Lucetta Patriarca rappresentava Perfumo, Zanoni e Patriarca) e Francesco Picco (per Brugnetta, selezionato per il ruolo di direttore artistico che però poi non svolse rinunciando all’incarico).

Boffa, associandosi alle richieste di assoluzione che erano già state avanzate da Mussato, ha illustrato la motivazione per cui la procedura seguita dagli uffici comunali non era una gara d'appalto, ma un affidamento di incarico professionale, ricadente sotto il testo unico del pubblico impiego e il relativo regolamento comunale, come aveva spiegato nella sua deposizione anche l'architetto Patriarca, presidente della commissione giudicatrice e dirigente del settore cui all'epoca era delegata Expo. «L'affidamento dell'incarico non prevedeva una gara d'appalto, bensì una procedura di selezione svolta secondo i dettami previsti dal regolamento comunale - ha argomentato il legale - quindi non ci poteva essere una turbativa d’asta».

Dal canto suo anche l'avvocato Picco, chiedendo l'assoluzione di Brugnetta, ha sottolineato come, nel dibattimento, non fosse stata raggiunta la prova delle accuse rivolte al suo cliente. E, rispetto alla correttezza della procedura di selezione, Picco ha fatto notare che «nessuno degli altri candidati ha avviato atti formali per ottenere l'invalidamento della procedura».

La sentenza

Tesi che, evidentemente, hanno convinto il giudice che ha emesso una sentenza assolutoria con la formula più ampia.

«E’ stato un processo lungo e difficile - ha commentato l’avvocato Mussato - il cui epilogo ha dato conferma dell’impostazione difensiva che sin dall’udienza preliminare abbiamo tenuto, con la ferma convinzione di essere nel giusto. La formula assolutoria più ampia ed esaustiva rende giustizia a persone oneste e perbene che hanno agito nel solo interesse della Pubblica Amministrazione e di ciò che la stessa stava perseguendo. Il merito è anche del Tribunale, che ha saputo gestire con elevato equilibrio e senso di giustizia l’intera vicenda processuale».

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