Botti illegali sequestrati 13.000 pezzi

Operazione della Guardi di Finanza nella cintura di Torino.

Pubblicato:
Aggiornato:

Botti illegali sequestrati 13.000 pezzi

Botti illegali maxi sequestro

Ci si avvicina alla notte dei botti e oltre alle ordinanze che li vietano, si comincia a parlare dei sequestri dei fuochi illegali. In Piemonte le fiamme gialle ne hanno sequestrato ben 13.000 in un solo colpo. Alcuni perché proprio illegali altri, pur consentiti, erano però stoccati in luogo pericoloso e detenuti da soggetti non autorizzati alla vendita, come invece prescrive la legge.

I dettagli dell'operazione

I fatti sono avvenuti a Beinasco, nella cintura torinese. Qui la Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato a oltre 13.000 fuochi d’artificio.
Per diversi giorni, i finanzieri  hanno osservato i movimenti di un  commerciante, gestore di un negozio che vende prodotti per animali. Una volta giunto il “carico” pirotecnico i militari sono intervenuti, accertando, pressoché “in diretta”,  l’omissione di tutte le misure di sicurezza. Il carico era stato abilmente occultato dietro le confezioni di crocchette per cani e insetticidi tra l’altro altamente infiammabili.
I fuochi d’artificio, erano di diversi tipi, anche appartenenti alla c.d. cat. “V” (legali ma che possono essere venduti solo da negozi specializzati e solo ai maggiorenni). Altri invece erano di dubbia provenienza e senza la prescritta marcatura CE di conformità. Come i famosi bengala e le fontane luminose in batteria.

Prodotti che non potevano essere immagazzinati con tali pericolose modalità, in virtù anche del fatto che sopra l’attività dell’uomo è presente una palazzina residenziale.
Tre sono i soggetti, titolari dell’attività, che dovranno rispondere all’Autorità Giudiziaria dei fatti sopra descritti per i quali sono previste pene superiori ad un anno di reclusione.
A carico dei soggetti denunciati è stata inoltrata anche una segnalazione per omissione dolosa di dispositivi contro gli infortuni sul lavoro in quanto i dispositivi di spegnimento non erano prontamente disponibili in caso d’incendio.

Il video

Seguici sui nostri canali