Aborti eseguiti all'insaputa delle madri

Episodi avvenuti a Reggio Calabria, scoperti dalle indagini della Procura e dalla Guardia di Finanza reggine

Aborti eseguiti all'insaputa delle madri
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Episodi avvenuti a Reggio Calabria, scoperti dalle indagini della Procura e dalla Guardia di Finanza reggine

 

Non riguarda il nostro territorio ma riteniamo comunque di dare risalto a un'operazione messa a punto dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria. Tre medici ginecologi accusati di aver procurato aborti senza il consenso delle donne. Questa tragica realtà è emersa in seguito a una lunga indagine che ha portato stamane le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria a eseguire un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del locale Tribunale - su richiesta della Procura della Repubblica reggina - nei confronti di 11 sanitari operanti o già in servizio presso i reparti di Ostetricia e Ginecologia, di Neonatologia e di Anestesia del Presidio ospedaliero “BianchiMelacrino-Morelli” per i reati di falso ideologico e materiale, di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri nonché di interruzione della gravidanza senza consenso della donna. Sono quattro misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di medici e di n. 7 misure interdittive della sospensione dell’esercizio della professione (medica e/o sanitaria) per la durata di 12 mesi a carico di n. 6 medici e di n. 1 ostetrica. La scoperta di pratiche così odiose è avvenuta durante le intercettazioni telefoniche per un'inchiesta di 'ndrangheta, indagate persone gravitanti nell’orbita della cosca reggina De Stefano.

Basta riportare le contestazioni rivolte a ogni singolo indagato per capire l'enormità della cosa. Le accuse più gravi sono per quattro medici: Pasquale Vadalà, Alessandro Tripodi, Daniela Manuzio e Filippo Saccà tutti calabresi. Il primo è accusato di “reato di falsità ideologica e materiale commesse dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri”, per gli altri è contestato anche il “reato di interruzione della gravidanza senza il consenso della donna”. Per gli altri solo reati di falso.

Per chi desidera approfondire ecco il comunicato ufficiale che porta la firma del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho.

 

 

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