Conoscere l'endometriosi, nemico silenzioso delle donne

L'incontro rientra nel progetto "Per l'endometriosi non si muore , però..." promosso dalla Provincia di Vercelli e dalla Consigliera di Parità

Conoscere l'endometriosi, nemico silenzioso delle donne
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Conoscere l'endometriosi: un'iniziativa di sensibilizzazione ha coinvolto anche le scuole.

Conoscere l'endometriosi

Primo incontro di sensibilizzazione sull'endometriosi per il progetto "Nutrirsi di natura- nutrirsi di cultura”. L'iniziativa rappresenta il perno dell’attività della Consigliera di parità che ha definito il programma del 2019 :” Le donne: tutti gli altri giorni” volendo fare iniziative e attività non solo quando si devono ricordare, commemorare le donne ma appunto tutti gli altri giorni. L’incontro, realizzato nell’ambito del progetto "Per l'endometriosi non si muore , però..." promosso dalla Provincia di Vercelli e dalla Consigliera di Parità, ha visto coinvolti gli studenti delle classi 4^ linguistico B e 4^ artistico A accompagnate dalle professoresse Vinci e Fontanesi.

L'importanza dell'informazione

L’obiettivo dell’incontro, il primo realizzato nelle scuole, è sicuramente quello dell’informazione, unico strumento attualmente disponibile per limitare i danni causati dall’endometriosi e migliorare la tutela della salute e le condizioni di vita individuali e sociali delle donne che ne sono affette, tramite una diagnosi precoce. Sono intervenuti il Presidente della Provincia Carlo Riva Vercellotti, la Consigliera di parità della Provincia Lella Bassignana, Elsa Barnabino, Medico di base e rappresentante dell’Ordine dei medici, Nicoletta Vendola, Primario di ginecologia all’ospedale Sant'Andrea di Vercelli e Vania Mento in qualità di testimonial.

Un problema sociale

«Il tema trattato – ha affermato il Presidente Carlo Riva Vercellotti – riveste carattere prioritario per contrastare i fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e alla luce dei dati, possiamo affermare che l’endometriosi è una malattia sociale che impedisce alla donna di lavorare, di avere una vita sociale serena e quindi rientra a pieno titolo nelle discriminazioni. Le esperienze personali delle donne affette da questa patologia sottolineano proprio questo aspetto: chi è stato licenziato oppure chi ha dovuto inventarsi un altro impiego per poter conciliare la sua patologia con i tempi di lavoro». «Nel mio ruolo di Consigliera di Parità - prosegue Lella Bassignana - ho cercato di diffondere il concetto di medicina di genere che definisce le categorie uomo e donna, fondate sia sulle differenze biologiche, di
sesso, sia sui fattori ambientali, socio-culturali ed economici che le condizionano.  La medicina di genere è un approccio diverso e innovativo, se vogliamo rivoluzionario, alle diseguaglianze di salute, anche se è meglio parlare di medicina genere-specifica, vale a dire di una medicina a misura di uomo e di donna».

La medicina

«L'endometriosi è una malattia benigna – sottolinea Nicoletta Vendola, primario di ostetricia e ginecologia e referente dell’ASL Vc nel Team - che può devastare la vita della donna consegnandola ad un destino di sofferenza e solitudine, togliendole anche la possibilità di diventare mamma per le importanti conseguenza sulla fertilità. Solo una campagna capillare di informazione può aumentare la consapevolezza pubblica su questa malattia, permettendo una diagnosi precoce e quindi migliorando le possibilità di cura con riduzione della complicanze sulla fertilità, la sessualità e la qualità di vita delle donne». «Il medico di base – ha sottolineato nel suo intervento Elsa Barnabino, medico e rappresentante dell’ Ordine provinciale Medici Chirurghi - ha un ruolo fondamentale nel riconoscere i segnali di questa patologia e indirizzare la paziente agli specialisti».

L'incomprensione

«L’endometriosi colpisce una donna su dieci e non esiste una cura. L’endometriosi non si vede. Eppure c’è.  In Italia ci sono circa tre milioni di donne affette da questa patologia ed è importante la diffusione del messaggio di prevenzione. Noi malate di endometriosi – diceVania Mento - ci abituiamo così tanto al dolore, che questo diventa parte della nostra quotidianità, ci sembra normale. A questo si aggiunge l’incomprensione. Il non voler, da parte degli altri, capire questo male. Per me è stato terribile. Persone che mi hanno voltato le spalle, parenti spariti, lavoro perso. Oggi dedico il mio tempo libero a “fare informazione” grazie al Tavolo informativo sull’endometriosi della Provincia di Vercelli». Ai partecipanti è stato consegnato un depliant informativo con un modulo per la richiesta di ecografia gratuita all'Asl di Vercelli.

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