Legge regionale caccia, Corgnati: "Moderna e in linea con l'Europa"

Le novità previste dal provvedimento

Legge regionale caccia, Corgnati: "Moderna e in linea con l'Europa"
Pubblicato:

Legge regionale caccia: oggi il consiglio regionale ha approvato il disegno di legge “Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria in Piemonte”.

Legge regionale caccia: «Riempie il vuoto normativo»

«La legge sulla caccia – afferma il Consigliere regionale del Partito Democratico Giovanni Corgnati, relatore di maggioranza – è un provvedimento nuovo, moderno, in sintonia con i cambiamenti nazionali ed europei e il più possibile rispondente alle esigenze e alle sollecitazioni degli organismi associativi che si occupano della materia. Questo testo va a riempire un vuoto normativo verificatosi a seguito dell’abrogazione della legge n. 70/1996, mai sostituita».

Le associazioni

«Il provvedimento – prosegue il consigliere – è stato, durante il suo percorso in Commissione, oggetto di un’ampia consultazione e condivisione con molti soggetti, tra i quali le associazioni animaliste e venatorie, gli enti no profit e gli Enti locali e, durante l’esame in Aula, è stato modificato e corretto. Tra gli emendamenti accolti, si segnala quello che introduce il divieto di cacciare le domeniche del mese di settembre, frutto di un’ampia concertazione con forze politiche di maggioranza e opposizione».

Le novità

«La legge – ha proseguito il consigliere – introduce alcune novità principali: l’aumento della superficie minima per ogni ambito di caccia con una prospettiva di fusione dei diversi enti (ambiti e comprensori alpini); la modifica dei componenti dei comitati di gestione al fine di garantire una rappresentanza a tutte le parti (agricoltori, cacciatori, ambientalisti, enti pubblici); l’introduzione del limite di due mandati per la carica di presidente di Ambito territoriale della caccia e di comprensorio alpino; l’introduzione di una prova di tiro obbligatoria per la caccia di selezione con il rilascio di un attestato di validità semestrale; l’ampliamento delle tipologie delle zone per l’addestramento dei cani ausiliari e l’introduzione della possibilità di addestramento per i rapaci da caccia; la possibilità di commercializzare la fauna selvatica abbattuta; il divieto di introdurre starna e fagiano sopra i 1.000 metri, a tutela della tipica fauna alpina».

La fauna selvatica

«Altre novità – ha concluso Corgnati – riguardano le attività correlate alla fauna selvatica. Tra queste si possono evidenziare: il riconoscimento dei Centri di recupero degli animali selvatici che già operano sul territorio, la possibilità di controllo da parte degli ATC e CA che abbiano al loro interno guardie particolari giurate e la previsione di misure straordinarie di controllo della fauna selvatica, per interesse pubblico, tutela dell’esercizio dell’attività agricola e altre attività economiche».

Seguici sui nostri canali