SETTIMANA SANTA: I sepolcri

Una tradizione vercellese che si fonda su una diffusa religiosità che si rinnova

SETTIMANA SANTA: I sepolcri
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Una tradizione vercellese che si fonda su una diffusa religiosità che si rinnova

Davvero Vercelli è ancora una città dove la Fede ha un suo posto nel cuore delle persone. La dimostrazione la si è avuta Giovedì Santo (13 aprile) quando nelle chiese cittadine sono iniziate le visite ai "sepolcri". Il termine più corretto in realtà è "altari della reposizione". Una simbolica rappresentazione del "silenzio pasquale" che si interrompera con le campane a festa nella veglia Pasquale. Ora è il tempo del lutto, in cui sembra che la morte abbia prevalso. Una breve passeggiata in alcune chiese del centro ha fatto toccare con mano il raccoglimento dei fedeli, impressionante l'afflusso nelle chiese di San Paolo, dove si è tenuta una vera e propria veglia con canti, letture e preghiere, e San Cristoforo. Alcuni sostano pochi minuti, ma la maggior parte si raccoglie in preghiera. Un momento intenso, per meditare sull'amore di Gesù che ha scelto la strada del calvario per redimere i nostri peccati, ma anche per ricordare i defunti che sono uniti a Gesù nella morte così come saranno uniti a lui nella resurrezione. Temi che per chi non crede hanno naturalmente un aspetto più antropologico, se non addirittura folkloristico, ma sarebbe riduttivo catalogare così la profonda religiosità che non riguarda solo gli anziani, ma anche giovani famiglie e che si rinnoverà in modo ancor più evidente per la "Processione delle Macchine" del Venerdì Santo.

E a proposito ecco il programma della Via Crucis.

L'appuntamento è nella basilica di Sant'Andrea alle 20,15 per un momento di preghiera che è un po' la novità di quest'anno, che è stata illustrata da padre Gian Paolo Gugliotta degli Oblati di Maria Immacolata. «Dato che la fase di preparazione delle “macchine” e il via vai delle persone crea un sorta di effetto “stazione Termini” abbiamo pensato di inserire prima dell'inizio della processione un momento di preghiera, una sorta di intercapedine di meditazione, anche con il supporto di una narrazione a cura delle Sorelle della Trasfigurazione». Padre Gugliotta ha anche ricordato che, quando gli Oblati presero in mano l'organizzazione della processione, l'aspetto per così dire “folkloristico” era troppo pronunciato. «Come modello abbiamo preso la Via Crucis al Colosseo di papa Francesco – ha spiegato – in questi anni abbiamo visto con piacere che l'impostazione data ha riportato la funzione alla sua valenza spirituale, i fedeli partecipano con più raccoglimento». Tempo permettendo il passaggio in piazza Cavour (quest'anno non sarà una proiezione statica ma sarà diffuso un video realizzato da Andrea Cherchi) sarà accolto dai fedeli con apposite fiaccole. Il percorso sarà via Guala Bicheri, via Brighinzio, via S. Antonio, via Monte di Pietà, via Verdi, piazza Cavour, via G. Ferraris e ritorno in basilica. Presiederà il rito l'arcivescovo Marco Arnolfo. 

Don Giuseppe Cavallone, parroco del Duomo, ha portato il saluto di monsignor Arnolfo, sottolineando il grazie dell'arcidiocesi al comune per il risalto che viene dato alla Settimana Santa. «Siamo una terra con profonde radici cristiane». Ha detto, ricordando poi: «Nel 1600 ogni confraternita faceva le proprie processioni e le cronache parlano anche di dissidi accesi su quale corteo avrebbe dovuto avere la precedenza... da XVIII secolo venne istituita una sola processione per tutti, ed ancora oggi è così».

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