Saluggia ricorda Chernobyl

Martedì 26 aprile presidio e dibattito in piazza di Legambiente e Pro Natura a trent'anni esatti dal disastro che convinse gli italiani a uscire dal nucleare... che però continua a pesare sul nostro territorio.

Saluggia ricorda Chernobyl
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Martedì 26 aprile presidio e dibattito in piazza di Legambiente e Pro Natura a trent'anni esatti dal disastro che convinse gli italiani a uscire dal nucleare... che però continua a pesare sul nostro territorio.

Anche nel Vercellese si ricorda la tragedia di Chernobyl, da cui sono trascorsi trent'anni. Tornano alla mente i fatti del 1986, le reticenze del regime sovietico nelle prime ore, poi la graduale scoperta di un disastro senza precedenti, la famosa "nube", le raccomandazioni di non mangiare le verdure... Lo scoppio del reattore numero quattro della centrale fu la molla emotiva che portò alla chiusura del nucleare italiano. Di questi temi ma soprattutto del nucleare vercelelse si parlerà all'incontro "Da Chernobyl a Saluggia" promosso da Legambiente e Pro Natura.  "Prima potevamo non sapere, ora sappiamo,
ma ben poco è cambiato!" è lo slogan. Martedì 26 aprile alle ore 20,30 in piazza del Municipio a Saluggia, nell'anniversario esatto della tragedia, ci sarà un presidio e dibattito pubblico.

Ecco di cosa si parlerà.

Il rischio radioattivo per il Vercellese Il più grande problema del Vercellese è quello dei rifiuti radioattivi qui presenti da oltre trent’anni, a Saluggia e a Trino, anche in forma liquida, come risultato dell'attività della centrale "Enrico Fermi" di Trino e dell'attività di riprocessamento che era praticata presso l’impianto Eurex di Saluggia negli anni 70-80, e che ha fatto sì che il Vercellese abbia oggi sul proprio territorio oltre il 90% dei rifiuti radioattivi di tutta Italia. Per i rifiuti liquidi attualmente stoccati a Saluggia è indispensabile la costruzione dell'impianto di solidificazione (Cemex), che solidificandoli li possa rendere trasportabili al deposito nazionale, o quantomeno in un sito meno assurdamente pericoloso.

La beffa dei nuovi depositi nucleari Mentre l'iter per l'individuazione del sito per il deposito nazionale è fermo (la Carta delle aree potenzialmente idonee, pronta da un anno, non è mai stata pubblicata), quello che invece è stato fatto negli ultimi anni e che va avanti è il progetto di costruire nei siti nucleari di Saluggia e di Trino nuovi, costosissimi depositi di scorie definiti "temporanei" (ma di fatto senza scadenza): se dovessero essere realizzati, siamo sicuri che dal Vercellese i rifiuti radioattivi non andrebbero via mai più  … e purtroppo tutti sanno quanto i siti di Saluggia e di Trino siano eccezionalmente pericolosi: uno per la sua collocazione a pochi metri dalla Dora Baltea e proprio a monte dei pozzi del più grande acquedotto del Piemonte, l’altro per essere sulla riva del Po. Contro questi depositi, che per il Vercellese rappresenterebbero l’ultima beffa, Legambiente e Pro Natura, insieme a moltissimi Cittadini della zona,  hanno più volte affermato e anche dimostrato di essere pronti ad una durissima opposizione. Sono passati trent'anni dalla fine dell'era nucleare italiana: le scorie radioattive devono essere allontanate prima possibile dai siti di Saluggia e Trino, non "messe temporaneamente in sicurezza" (come si dice) in queste aree intrinsecamente insicure.

 

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