A Vercelli preghiera per i condannati a morte

Venerdì 25 alle ore 18 in San Salvatore, per iniziativa della Comunità di Sant'Egidio. Sarà presente SueZann Bosler, la donna Usa che chiese di non giustiziare l'assassino di suo padre ed è diventata una testimonial contro la pena capitale.

A Vercelli preghiera per i condannati a morte
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Venerdì 25 alle ore 18 in San Salvatore, per iniziativa della Comunità di Sant'Egidio. Sarà presente SueZann Bosler, la donna Usa che chiese di non giustiziare l'assassino di suo padre ed è diventata una testimonial contro la pena capitale.

Venerdì 25 novembre non è solo la giornata contro la violenza sulle donne, è anche la  “Giornata mondiale della lotta contro la pena di morte - Cities for life ”.

E la Comunità di Sant’Egidio promuove per le ore 18, nella chiesa di San Salvatore (corso Libertà 42) una Preghiera per i condannati a morte.

Sarà presente e porterà la sua drammatica testimonianza personale SueZann Bosler (Usa), una delle fondatrici del movimento internazionale “Journey of Hope- Dalla violenza alla guarigione” . Dopo il tragico omicidio di suo padre, attraverso un lungo e sofferto percorso interiore, si è battuta per risparmiare la vita dell’assassino. I suoi sforzi hanno avuto successo e la pena è stata commutata in ergastolo. Oggi, ancora dopo molti anni, SueZann Bosler continua a raccontare in diversi paesi del mondo la sua storia per far crescere ovunque la consapevolezza dell’inutilità e della disumanità di ogni esecuzione capitale.

Dalla seconda metà degli anni novanta le tenebre dei bracci della morte e la battaglia contro la pena capitale sono diventati uno dei terreni di impegno globale della Comunità di Sant’Egidio. Estrema sintesi delle violazioni dei diritti umani, la pena di morte rappresenta una forma di tortura, contraddice una visione riabilitativa della giustizia, abbassa l’intera società civile al livello di chi uccide, legittima la violenza al livello più alto e, spesso si fa strumento per colpire minoranze politiche, etniche o religiose. Anche se negli ultimi anni il numero di esecuzioni è lentamente diminuito, sono ancora circa 20000 le persone su cui pesa una condanna a morte.

La Comunità di Sant’Egidio è entrata nei bracci della morte attraverso la corrispondenza epistolare, iniziando con Dominique Green, un giovane afroamericano detenuto nel Texas, per poi raggiungere, attraverso una rete di amici, oltre 1500 detenuti..Alla corrispondenza sono seguite le visite, la difesa legale, gli appelli per i condannati, i tentativi di umanizzazione della condizione carceraria.
Nel 1998 la Comunità di Sant’Egidio ha promosso un Appello per una Moratoria Universale della pena di morte che ha raccolto oltre cinque milioni di firme in 153 paesi del mondo e ha creato un fronte morale, interreligioso e laico mondiale contro la pena di morte . Così ,nel 2002, ha lanciato la prima Giornata Mondiale delle “Città per la vita-Città contro la Pena di morte” (Cities For Life, Cities Against the Death Penalty), il 30 novembre di quell’anno. La data è stata scelta perché ricorda la prima abolizione della pena capitale: quella del Granducato di Toscana . Quest’anno più di 2.000 città del mondo parteciperanno alla Giornata Mondiale con eventi, conferenze, concerti,veglie di preghiera per dire  no alla pena di morte.

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